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Replying to Mouse on Mars - Autoditacker
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PSYCHOSISPosted: 10/11/2005, 15:26
Guarda, dal punto di vista delle idee e delle pure intuizioni, sicuramente "Iaora" è il miglior album dei Mouse on Mars, però credo che in Autoditacker abbiano trovato la messa a fuoco finale amalgamando perfettamente tutto il loro pensiero raggiungendo la fine di un primo percorso, ma stiamo parlando di grandi dischi, poi a me piacciono anche quelli successivi..
MentalSiegePosted: 9/11/2005, 19:47
e pensare che nel 1994 in pochi avrebbero scommesso su di loro...
infatti nemmeno a me piacque il loro esordio "Vulvaland", poi l'ho capito col tempo...
cmq a livello personale, trovo che "Iaora Tahiti" sia un gradino sopra il successivo "Autoditacker" tongue.gif
PSYCHOSISPosted: 9/11/2005, 14:13
AUTODITACKER - MOUSE ON MARS (Thrill Jockey, 1997)

image

1 Sui shop
2 Juju
3 Twift Shoeblade
4 Tamagnocchi
5 Dark FX
6 Scat
7 Tux & Damask
8 Sehnsud
9 X-Flies
10 Schnick Schnack Meltmade
11 Rondio
12 Maggots hell wigs




I tedeschi Andi Toma e Jan Werner con il loro progetto Mouse on Mars stanno all'elettronica come Walt Disney sta al fumetto. La loro limpida e sincera giocosità fatta di intrecci melodici, glitch, idm e break è lo spartiacque fra l'elettronica precedente e quella successiva. Con una personalità e impronta inconfondibile, spaziando in vari ambiti elettronici anche ostici sono come la chitarra di Hendrix, si riconoscerebbero in mezzo ad altri cento, una lotta di bambini genialoidi che mescolano pongo creando strutture astruse tirandocele in faccia.
Autoditacker, coronazione della ricerca precedente iniziata con Iaora Tahiti è il culmine della loro prima parte di carriera e la raggiunta maturità stilistica. Se le prime due tracce sembrano un tributo ad Aphex Twin, il seguito è un fluido divenire, salutano tutti e partono. Già "Twift Shoeblade" è un'irresistibile mistura di idm monella spernacchiante che ha il pregio di non cadere in pericolosi manierismi artificiosi, il lato emotivo nei MOM non tramonta mai. "Tamagnocchi" è uno dei capolavori del disco, un ambient che decolla poi nella loro maniera fanciullesca e profonda in ritmiche svalvolate con andamento squaqquaraquante alla Paperino in corsa. I pezzi centrali Dark FX e Scat sono un esempio di dilatazione temporale di idm/d'n'b che si muta in ambient disturbato da strumenti tradizionali che i MOM non hanno mai disdegnato di utilizzare o campionare. In "Tux e Damask" una chitarra sintetica sfida a duello il break-idm fra vortici sonori colaratissimi, panni stesi al vento d'estate ligure che poi si calmano siglando una pace sfumante. In "Sehnsud" si tenta un astruso downtempo che porta alla parte finale del disco che, sorprendendo chi magari aveva già intuito il finale, risulta decisamente cupa. I MOM in Autoditacker spezzettano i suoni e sovrappongono vari binari in un fascio di strade sempre armonioso, ma con la furbizia del bambino psicopatico a cui è stata negata la marmellata e cova l'atroce vendetta. A dispetto di quello che si può pensare non si tratta però di un gioco da ragazzi, per fare quest'elettronica ci vogliono due palle grosse così.

www.mouseonmars.com