Tracklist:
01. Human
02. Skin
03. Ground
04. Let the Wind Erase Me
05. Infinite
06. Complacent
07. You Haven't Earned It
08. Regret
09. Apart
10. 30kftAmmetto che mi sono affacciato a questo parto di Mister Shear con una certa apprensione ma nel contempo molto fiducioso. Apprensione perché "Defiance", il precedente, non aveva soddisfatto il sottoscritto come molti altri appassionati con cui mi capitava di parlarne. Fiducioso perché, col senno di poi, difficilmente Shear avrebbe potuto ripetersi, per i lavori futuri, in brani poco soddisfacenti tanto da inficiare un intero album.
Copertina scarna, booklet essenziale in biancoenero, 10 tracce per una cinquantina di minuti di musica (in un epoca in cui spesso un cd lo si riempe fino al bordo esterno con 13/14 brani), il nostro canadese stavolta cela dietro la frugalità il suo più lauto desco (o disco)!
I brani di "Storm" (uscito per Accession Records, 2004) convincono e straconvincono con la pienezza delle loro sonorità, l'uso di melodia unita a una certa aggressività latente (che esce allo scoperto nei ritmi frenetici di bpm che arrivano anche a 145 o 147, e nel tipo di drumming usato, molto percussivo, tenuto ben in evidenza come volumi in fase di mixaggio), la ponderata scelta dell'ordine dei brani, registrazione molto limpida ma con un occhio di riguardo per i bassi, che tanto entrano nello stomaco quando sei in pista (se il dj di turno ha le capacità per valorizzarli).
Si parte con "Human", di per se un potenziale hit da dance-floor electro dark e non solo, e poi per le successive quattro tracce è un crescendo di carica adrenalinica con un brano migliore dell'altro! I ritmi si placano un attimo solo con "Complacent", il sesto brano appunto, e poi riprende furioso fino alla penultima (e credo la più aspra) canzone del cd, "Apart", canzone che chiude le danze poiché la traccia finale è un brano un po' mieloso che poco ha a che vedere col resto, e che può essere definito come una sorta di outro o tema da titoli di coda di un gran bel film.
Ecco, la particolarità di "Storm" è che non si adagia quasi mai in stracche cadenze e difficilmente si corre il rischio di accusare tedio durante l'ascolto. I brani meglio riusciti (cioè quelli che riescono con la giusta alchimia a dosare melodia e ritmi, e che abbiano un struttura coinvolgente e convincente) sono "Skin", "Ground", "Infinite", "You haven't heard it", "Regret, "Apart" (beh, alla fine li ho elencati quasi tutti). Un plauso particolare lo merita la voce di Tom, sempre pulita (a parte qualche spruzzata di filtri qua e la, come in "Apart") e drammatica quanto basta per dare ai testi il giusto risalto intimistico e poetico (testi che ovviamente non parlano di belle giornate di sole passate al parco a farsi le canne pomiciando con la propria ragazza).
"Storm": ecco come proporre un ottimo album di synthpop/ebm tutto sommato abbastanza classico. Senza dover per forza stravolgere i radicati crismi del genere, senza dover fare dell'innovazione e dell'evoluzione una brancaleonina crociata, senza aver per forza la pretesa di dover dire "questo l'ho inventato io!".
Ci voleva tanto?...
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Edited by +Luca+ - 6/11/2005, 00:35