INTRODUZIONELa stazione di Lipsia: è vero, comincia tutto da lì. Una volta scesi dal treno si entra in un mondo unico, si respira quell'atmosfera che solo un festival come il WGT riesce a trasmettere. Possono suonare 10 band o quasi 200, si può restare scettici guardando la line-up mostruosa di altri festival o solo notando che manca il gruppone che vorresti rivedere infinite volte, ma resta il fatto che a Lipsia ci si diverte sempre, perchè quello che conta è il mood, che ripeto, è indescrivibile e non si può 'capire' se non ci si è stati almeno una volta. Come lo scorso anno, il tempo è stato decisamente clemente, con qualche nube e sole a sprazzi accompagnato da temperature miti (massime intorno ai 18°-20°), il cortorno perfetto per non morirsi di freddo nè sudare come matti come spesso mi era capitato in altre circostanze più inoltrate nell'estate tedesca. In linea di massima mi è sembrato di notare un leggero calo di presenze rispetto allo scorso anno, ma quasi impercettibile direi, visto che comunque girando per la città, ovunque ci si trovi, si incontrano orde di gotici, di deathrockers, di EBMers, di cyberoni, di metallari e di tanta gente vestita nel modo più pittoresco possibile (dalla dama rinascimentale al tizio completamente ricoperto di PVC, inclusa maschera antigas sotto al sole pomeridiano). Oltre ai concerti di cui parlerò a breve, il contorno è stato magnifico come sempre: lo shopping all'Agra prima di tutto (soltanto io ho comprato qualcosa come 40 titoli tra cd e vinili decisamente introvabili altrove), ma anche le serate extra come il warm-up del giovedì in varie locations oppure le nottate in quel santuario che è il Moritzbastei, dove si incontrano tutti e si mangia, si beve e si balla nelle varie sale a disposizione fino a notte fonda: poi c'era anche chi andava al villaggio medioevale a bere il vino nel corno (di plastica?) o chi se ne andava tranquillamente a spasso per il centro di Lipsia come un normale turista, in poche parole anche quest'anno la tradizione è stata rispettata e considerando che la prossima edizione corrisponderà con il ventennale del WGT, io già ci sto rifacendo un pensierino.
Ma veniamo ai concerti che sono riuscito a vedere, oltre una quindicina nonostante le rinunce dolorose per via di accavallamenti vari in altre locations: dura dover dire di no a gente come Welle:Erdball, Suicide Commando, Colony 5, Elegant Machinery, The PCP Principle, MS Gentur, Diary Of Dreams, agli amici Ambassador21 e a tanti altri ancora, purtroppo; ma sarà per un'altra volta.
In appendice ne approfitto per salutare tutti gli amici/conoscenti di EW (e non) che ho incontrato, oltre ad alcuni membri di band presenti al WGT nelle vesti di spettatori (dai Tyske Ludder agli Ad:Key, passando per Sua Santità Winterkälte sempre in prima linea allo stand della "Hands"), con i quali è stato piacevole scambiare due chiacchiere come sempre.
ps: alcuni concerti li ho visti a spezzoni (Trial, Rabia Sorda, Lola Angst, quindi non sono inseriti nella lista sottostante perchè non ho tutti i mezzi per poterli giudicare).
Legenda:
OTTIMO
BUONO
NIENTE DI SPECIALE
SCARSO
BODYSTYLER Non erano inseriti nel programma ufficiale ma erano comunque in scaletta nella serata warm-up organizzata da Electric Tremor in un locale piccolo ma molto bello e pieno di atmosfera come il Villa: metterei una firma con il sangue solo per avere un club simile qui a Roma. Un concerto divertente, old-school EBM piuttosto scanzonata e spigliata sullo stile degli Spark! con tanto di old-school crews scatenate sotto al palco. Direi perfetti per iniziare il WGT con il sorriso.
COINSIDE Headliner della stessa serata di cui sopra, hanno confermato di essere soprattutto una band da vedere dal vivo, visto che su disco annoiano e non poco. Decisamente pacchiani in alcune situazioni (vedi il tizio incappucciato salito sul palco durante "Hexenhammer" e un'attitudine quasi da metal band), il trio si è comunque dimostrato all'altezza della situazione, suonando una dark-electro potente ed oscura, a metà strada tra Prager Handgriff, Calva Y Nada e Tyske Ludder (soprattutto per la voce cavernosa). Alla lunga forse un pò monotoni, ma grandi atmosfere da Santa inquisizione e un sound che personalmente mi ha coinvolto moltissimo.
KIRLIAN CAMERA Li ho visti per la prima volta su un palco in Germania, nella calca dell'Agra davanti a un pubblico che li adora letteralmente (l'ultima volta che suonarono a Roma, eravamo non più di 80 persone...ma lasciamo perdere questi discorsi che è meglio). Un live impeccabile, Elena Fossi perfetta dietro al microfono come non l'avevo mai ascoltata prima ed una setlist da sballo (ricordo tra le varie song "Eclipse", "K-Pax", "Blue Room" e una cover epica ed imponente di "Hymn" degli Ultravox). Un motivo per cui essere orgogliosi della nostra musica made in Italy. Applausi ad Angelo Bergamini perchè i Kirlian Camera così in forma non li avevo mai visti in vita mia.
RUMMELSNUFF Che pessima sorpresa arrivare all'Agra nel primo pomeriggio e trovare questo grottesco personaggio sul palco invece dei Turnbull A.C's, sostituiti all'ultimo istante per motivi non identificati. Il peggior concerto (ma non sono neppure sicuro che lo fosse) a cui ho assistito in vita mia. Una sorta di Popeye palestrato che rantola parole in tedesco su basi electro-rock imbarazzanti, impossibile che sia Arte (o comunque sia una forma di teatro) ed impossibile credere che il suddetto personaggio abbia un contratto con l'Out Of Line. Invece sì. Quattro gatti presenti allo show (fortunatamente per chi non c'era). Noi invece non smettevamo mai di ridere per lo stupore, io e tutta la combriccola italiana presente. Allucinante.
ORANGE SECTOR Se negli anni Novanta incidevano su Zoth Ommog un motivo c'era ed era pure molto valido. Sono tornati da qualche anno dopo una reunion vissuta tra alti e bassi, ma il nuovo eccellente album e questo concerto di buonissima fattura li ha riportati tra i miei preferiti in ambito old-school EBM. Un live essenziale, energico, carico di adrenalina, coinvolgente e mai noioso. Il duo di Hannover ha tirato fuori dal cilindro un pò di tutto (roba nuova come "Krieg Und Frieden" o "I Hate You", cose più recenti come la portentosa "Dynamit" ed alcuni cavalli di battaglia come "Für Immer", "Kalt Wie Stahl" o "Flashback"). Stomping furioso sotto al palco, non potevo mancare pure io (e mi sono preso un bel pestone sul piede). Promossi.
ROTERSAND A distanza di pochi mesi dall'ottima performance romana, mi sono ritrovato ancora una volta in primissima fila per acclamare uno dei miei gruppi preferiti in ambito futurepop e affini. La scenografia era perfetta e non mancava nulla per quello che poteva essere un grande concerto. Ma lo è stato fino ad un certo punto, perchè stavolta Rasc, Gun e Krischan qualcosina l'hanno toppata: un paio di stecche vistose durante "Waiting To Be Born", arrangiamenti di chitarra orrendi durante "Lost" ed una presenza sul palco eccellente ma a volte eccessivamente forzata (con tanto di passeggiata infinita in mezzo al pubblico). Da brividi "Merging Oceans" cantata insieme a Ronan Harris dei VNV Nation e comunque sempre da applausi brani come "Exterminate Annihilate Destroy" o la recente "War On Error". Bene così, ma li avevo visti meglio in altre occasioni.
FUTURE TRAIL Passiamo alla domenica, con il pomeriggio passato nella splendida location del Parkbühne sotto un sole che ha picchiato per almeno tre ore. Seguo i Future Trail da molto tempo e su disco mi piacciono abbastanza, peccato che dal vivo questo duo electro-goth proveniente da Chemnitz (ebbene sì) si sia dimostrato estremamente timido nell'approccio on stage (la vocalist all'inizio sembrava quasi impacciata e fuori contesto). Buone comunque song come "Never Farewell" e "Far Beyond", con il finale affidato a "Panic" (featuring Dirk degli Accessory alla voce, peccato che per metà canzone avesse il volume del microfono pari a zero). Rimandati.
CEPHALGY Suonare di pomeriggio di certo non ha aiutato a creare l'atmosfera giusta, considerando che il trio propone ormai da anni un mix intrigante (ma non sempre convincente) di dark-electro ed EBM dai risvolti cupi e gotici. Però il concerto è andato bene, anche perchè è durato poco e sinceramente il limite dei Cephalgy è proprio quello di diventare monotoni col passare del tempo (specialmente la voce, che è sempre uguale). In poche parole un live di buona intensità, arricchito da perle quali "Blood From My Hands", "Schwarze Goettin" e la coinvolgente "Erloese Mich". Il pubblico ballava, cantava e si abbronzava pure. Altro che Dark!
[:SITD:] Attendevo con ansia questo trio alla prova, soprattutto per testare quanto effettivamente sia penalizzante la voce di Carsten in sede live. Bisogna ammettere che è un limite sì, ma se ci si abitua al sound dei [:SITD:] anche on stage come su disco, un gruppo del genere non conosce nessun tipo di problema. Ottima tenuta di palco, suoni potenti e puliti oltre ad una setlist da urlo (subito la bomba in apertura con "Rot", passando per "Pharmakon", "Weigweiser", "Red Coloured Skies", "Bestie:Mensch" e finendo con i brividi di "Snuff Machinery", cantata da tutto il pubblico presente). Bellissima pure la malinconica e melodica "Redemption" cantata dalla mente del gruppo, il compositore Thomas Lesczenski (il terzo elemento invece è l'italianissimo Francesco D'Angelo ai synth), ma nel complesso tutto il live mi ha pienamente soddisfatto e ho ballato dalla prima all'ultima singola nota, inclusa "Electronic World Transmission" che in realtà è un remix di un pezzo vecchio dei Rotersand (il loro frontman infatti è stato ospite per l'occasione). Nota di merito a Carsten dei [:SITD:]: cappellino della Diesel e maglietta di Nosferatu, un mito!
MONO NO AWARE La sera ci siamo trasferiti nella storica location del Werk II per far sanguinare un pò le orecchie e devo dire che iniziare con Mono No Aware è stato più che perfetto. Rhythmic Noise violento e molto fisico, un agglomerato di macchine ed emozioni (Leif urlava come un matto dietro al laptop). Un live molto 'umano', corporeo, assolutamente non distaccato e freddo come a volte avviene per questo tipo di performances. Peccato solo per la presenza di una sorta di aiutante/ballerina sul palco, che a mio modo di vedere combinava ben poco se non stare là sopra a fare la ragazza immagine.
MODULATE Tra Mono No Aware e This Morn'Omina, ci voleva anche un pò di sana cassa dritta. E' così è stato. Gli inglesi Modulate si sono dimostrati davvero coinvolgenti in sede live, molto più che su disco. Il pubblico coloratissimo sponsorizzato da Cyberdog ballava in estasi sulle note di "Skullfuck", "Bass Alert", "Hard And Dirty" e "Revolution", mixate una dietro l'altra da una line-up a tre ben affiatata e guidata da un Geoff Lee decisamente carismatico. Curiosa la riproposizione di "Dirtygrrrls/Dirtybois" di Faderhead in salsa TBM. Davanti a un live del genere la parola d'obbligo è ballare e si può chiudere anche un occhio se artisticamente non sia tutto ad altissimi livelli. Bene così.
THIS MORN'OMINA Soltanto vedere la preparazione del palco mi ha fatto venire la pelle d'oca. Quel totem onnipresente a dominare lo stage, quelle percussioni tribali mescolate alle macchine, ai computer, alla tecnologia, il tutto lasciava presagire l'ennesimo live con i fiocchi per i TMO. I quattro belgi hanno aperto le danze con "Momentum II" e da lì in poi è stato un susseguirsi di emozioni, che hanno ripercorso la carriera della band soprattutto attraverso i passaggi più ritmati e technoidi, come "Epoch" (strepitosa) o come la conclusiva ed immancabile "One Eyed Man". Una danza tribale senza fine, che mi ha letteralmente catturato fin dall'inizio. Il pubblico ha gradito e ha ballato come se fosse stato posseduto da un sortilegio, quell' incantesimo che ha riconsacrato i This Morn'Omina tra le migliori band in circolazione in sede live. Unici ed incredibili.
MONOLITH Ci spostiamo al Kohlarbizirkus, l'ultimo giorno. Eric Van Wonterghem (ex-Klinik, attivo anche come Sonar e Insekt) è salito sul palco dietro al suo laptop e ha cominciato a tartassarci di beat spezzati mescolati ad atmosfere dal sapore tribale, come nella sua hit di maggior successo "Tekno Buddha", che è stata proposta sia come opener, sia in conclusione dello show. Un concerto un pò ripetitivo e di certo lo stage era troppo grande per un solo elemento che se ne stava lì, immobile, dietro i suoi diabolici macchinari. Sono sicuro che in altre circostanze mi sarebbe piaciuto di più, questo è poco ma sicuro.
KIEW Un live orrendo. Come applicare ad un'onesta base rhythmic noise una componente teatrale (due voci che urlavano frasi disconnesse sul palco rincorrendosi a vicenda) e soprattutto una dimensione rock a base di basso e chitarra che riusciva solo a dirottare ogni brano verso qualcosa di inascoltabile, credetemi. Non sono riuscito a salvare neppure una song dal fallimento generale di questo live, anche se ho provato più volte ad addentrarmi mentalmente nei temi che il trio (dal vivo erano quattro) cerca da sempre di trasmettere, ovvero cose attinenti alla paranoia, alla schizofrenia e alla malattia mentale (non a caso i nostri indossavano quasi tutti delle tute bianche). Già su disco KiEw è decisamente mediocre, dopo averlo visto al WGT credo che sia arrivato il momento per poterci mettere anche una bella pietra sopra. Mah...
IN STRICT CONFIDENCE Tra i concerti più attesi, di sicuro è quello che mi ha deluso di più. Rispetto a quando li vidi quattro anni fa al M'Era Luna sono cambiate tantissime cose e questo lo sapevamo, a cominciare da un sound che su disco si è evoluto quasi fino a toccare territori goth-rock (ma resta il fatto che io adoro il loro ultimo album!). Però come sospettavo, il concerto è stato troppo incentrato sulla chitarra, con il synth quasi oscurato e con qualche trovata da circo (la chitarrista ogni tanto si divertiva con fuoco e fiamme) pronta a catturare l'attenzione di un pubblico tra l'altro un pò freddino rispetto al previsto. "My Despair", "Set Me Free" e "Silver Bullets" mi sono piaciute perchè comunque fedeli a quanto proposto su disco, passabili invece "Forbidden Fruit" e "Seven Lives", mentre ho trovato SCANDALOSA la nuova versione chitarrosa di "Herzattacke", un brano storico che amavo proprio per il suo mood oscuro e per quei suoni liquidi e penetranti: niente di tutto questo al WGT 2010, purtroppo. Male pure gli altri pezzi più datati, come "Zauberschloss" ed "Engelsstaub", con la quale i nostri hanno chiuso le danze. Consiglio a Dennis Ostermann di proporre dal vivo solo le cose più recenti, onde evitare di violentare artisticamente alcune song che a mio avviso sono dei capolavori assoluti di musica elettronica. Altro neo e chiudo: la voce di Nina De Lianin, dal vivo, è molto debole e mai trascinante come quella di Dennis. Insomma, c'è molto da lavorare in casa ISC.
THE KLINIK Eccolo, per ultimo, il miglior concerto del WGT 2010. I pionieri belgi del sound EBM/industrial più freddo ed ipnotico si sono presentati sul palco con un trench nero e la testa fasciata da un telo bianco, che lasciava scoperti solo occhi, naso e bocca. Dirk Ivens faceva paura per quanto era gelido e distante, nonostante si muovesse per tutto il palco come un forsennato, trasmettendoci solo pura angoscia ed alienazione, attraverso perle indimenticate come "Memories", "Sick in Your Mind", "Moving Hands", "Pain And Pleasure", "Braindamage", "Lies" e così via, un susseguirsi di gelide emozioni che mi hanno letteralmente shockato. Ho ballato, là sotto in prima fila, ma completamente rinchiuso in me stesso, perchè la musica dei Klinik è introspezione, è quel tipo di Electro Body Music che viene percepita prima dalla mente e poi dal corpo. Dirk alla fine è rimasto a torso nudo e a volto scoperto, quasi distrutto anche lui dallo spettacolo, sudato ma soddisfatto dalla grande massa di pubblico accorsa per incitarlo assieme al suo socio Mark Vehraeghen. Un gruppo da vedere dal vivo almeno una volta nella vita, assolutamente. Grandissimi!
Edited by Chemnitz - 28/5/2010, 11:04