Chemnitz |
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| 01) SCRAM 02) HAMMER THE GEAR 03) LIFE GOES ON 04) DEEPER THAN YOU 05) DAYS OF VIOLENCE 06) DRAIN 07) HIDDEN PLACE 08) FUNERAL 09) IT WAS NOTHING 10) THEIR G.O.D. 11) MIRROR 12) 26/04/1986 www.myspace.com/bandhaloeffectDopo i positivi riscontri ottenuti con il precedente full-lenght "New Romantic Industry" (sempre autoprodotto), i romani Halo Effect tornano in pista con un nuovo lavoro che mette subito in luce l'auspicato salto di qualità che tutti ci aspettavamo, a cominciare dalla produzione (nettamente migliorata) fino al songwriting vero e proprio, che come sempre oscilla tra synthpop oscuro e riflessi new wave di lontana memoria. "Hammer The Gear" è il brano che resta in testa fin dal primo ascolto, una sorta di tributo agli And One riletto e corretto nello stile inconfondibile targato Halo Effect, ma piace anche la successiva "Life Goes On", più cupa e riflessiva e ottimamente interpretata da un John Peverieri in gran forma dietro al microfono. La seconda voce del quartetto, Alessandro Polinori, interpreta con energia "Days Of Violence" e "Their G.O.D.", due episodi stavolta più vicini ad una certa EBM vecchio stampo, da sempre altra influenza importante per i nostri; rispetto al passato però, gli Halo Effect hanno trovato il filo logico per far scorrere l'album nel modo migliore, come se ogni brano fosse indissolubilmente legato a quello successivo. "The Fourth Zone" si dimostra così un disco solido e compatto, non più indirizzato al fan di larghe vedute dei Depeche Mode, ma finalmente pronto ad allargare l'audience di un gruppo che adesso non aspetta altro che le nuove date live di spalla a Ionic Vision a Napoli (16 gennaio) e Melotron a Roma (27 marzo), due validi motivi per conoscere questa band dal vivo (e vi assicuro che sul palco gli Halo Effect danno davvero il meglio di loro stessi). In Italia parlare di 'scena' è sempre stato fuorviante, ma almeno bisogna riconoscere che qualcuno, nel suo piccolo, riesce a fare ottime cose. Come gli Halo Effect appunto.
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