Chemnitz |
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| Tracklist: 01. Intro 02. Shout 03. Fingerprint 04. Domination 05. Design For War 06. Hardcore Generation 07. Left Alone 08. Strong We Stand 09. The Bunker 10. What About You 11. Aggressive Attitude 12. Hammer Of Combat (AGREZZIOR and AUTODAFEH) 13. Shout (AUTODAFEH Remix) Links: www.myspace.com/agrezziorHo seguito le sorti degli Agrezzior fin dall'inizio, quando le versioni 'demo' dei loro brani erano ancora cantate da Mika Rossi degli Autodafeh, che invece per l'occasione si è accomodato 'in panchina' occupandosi della produzione di questo "Domination" e di un lavoro oscuro eseguito in studio. Una scelta giusta, anche perchè così gli Agrezzior riescono a distinguersi dalla band madre, grazie alla presenza dietro al microfono di Johan Van Damm, già apprezzato vocalist dei primissimi Dupont e dei Menticide (progetto momentaneamente ibernato, visto che l'altro membro Christian R. è tornato ad occuparsi a tempo pieno dei Pouppée Fabrikk). Oltre a Johan, chiudono il cerchio Rob dei Guerrilla e Jeppe degli Autodafeh, che insieme a Mika costituisce l'ossatura di questo promettente progetto svedese; promettente davvero, perchè questo album rappresenta l'ennesimo esempio di come si possa realizzare old-school EBM nel 2010 senza dover per forza risultare anacronistici e troppo devoti al passato. "Fingerprint" e "Domination" sono un calcio nello stomaco, dirette e violente, sembra quasi di ascoltare i Menticide con un tessuto musicale preso in prestito dal primo cd degli Autodafeh (quello più tirato), ma visti i componenti degli Agrezzior c'è poco da stupirsi se il risultato è proprio questo! Grandissime pure "Design For War" ed "Hardcore Generation", quest'ultima assolutamente brutale, da stomping sfrenato sotto al palco. La voce di Johan è come al solito profonda e cavernosa e potrà anche piacere poco ad un primo ascolto, ma questa è una prerogativa di quelle da 'prendere o lasciare' che riguarda non solo gli Agrezzior e che a me sinceramente non disturba affatto, anzi. E' chiaro che però i brani più veloci sono anche quelli che si adattano meglio a questa soluzione, nonostante 'mid-tempos' come "The Bunker" o "Aggresive Attitude" facciano comunque una figura più che sufficiente, prima che l'album si chiuda con l'ottima "Hammer Of Combat" in combutta con la voce degli Autodafeh e con un remix degli stessi per "Shout", che a dire il vero pure nella versione originale è uno degli episodi che mi ha esaltato di meno. In definitiva, possiamo parlare di un album riuscito e ben strutturato, che ribadisce ancora una volta come la Svezia sia in continuo fermento per questo genere di produzioni, che almeno nel caso degli Agrezzior riescono a distinguersi da un certo livellamento in basso dettato dalla presenza di troppe band dal dubbio valore artistico. Avanti così.
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