Tracklist:
01 Ovirt
02 Cullorblind
03 Wavy
04 Ashas
05 Gambatte
06 Icktums
07 Point
08 Brownstone
09 Vyrisus
10 Village
11 Noisex
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www.skinnypuppy.comwww.facebook.com/OfficialSkinnyPuppyCi sono voluti tanti ascolti per poter dare un giudizio obiettivo ed approfondito sul come-back degli Skinny Puppy, dopo un paio di album a mio avviso deludenti come "The Greater Wrong Of the Right" e "Mythmaker". Di certo era impossibile attendersi un ritorno alle sonorità grezze e di estrazione 'cyberpunk' degli esordi, però dal combo canadese è sempre lecito chiedere un qualcosa in più rispetto alla media... e quel qualcosa in più è arrivato finalmente con questo "HanDover", non un capolavoro ma un disco pieno di buone intuizioni, che se da un lato strizza l'occhio alle sonorità electro-industrial dell'ultima decade, dall'altro lato lascia affiorare un gusto addirittura trendy e più ruffiano: un pò come per i dischi solisti di OhGr, che in tutta sincerità ho apprezzato maggiormente rispetto alle ultime uscite della band madre.
Una nota negativa però è data dal digipack del disco, graficamente orrendo (i titoli dei brani si leggono a malapena, ma tutta la confezione ha l'aria di un demo più che di un cd vero e proprio... che tristezza!). Per fortuna però ora dobbiamo parlare della musica: "Ovirt" sperimenta in lungo e in largo e lascia presto spazio ad un brano capolavoro, "Cullorblind", di sicuro il miglior episodio del cd e degli Skinny Puppy degli ultimi quindici anni; un mood fantastico ed un refrain bellissimo, da brividi, mi auguro un giorno di potermela gustare dal vivo. "Wavy" è oscura, robotica, impreziosita da un tappeto al limite della darkwave e da un beat spezzato che si interrompe nella parte centrale per poi proseguire ed evolversi in un finale drammatico, avvolgente, cupo come non mai. "Ashas" è un'altro piccolo capolavoro, tra sperimentazioni sinfoniche e quella voce unica di Nivek Ogre che ti fa fare pace con la musica industriale, quella vera, che ti porta oltre, perchè costruisce e decostruisce tutto nel giro di tre minuti e mezzo.
"Gambatte" è solare, ritmata, armata di melodie algide e ripetitive che la rendono quasi un meccanismo perfetto, mentre "Icktums" scende a patti con l'IDM più nevrotica senza però far gridare al miracolo; questa è la parte del cd che ho apprezzato di meno, perchè anche la successiva "Point" non mi ha fatto impazzire, anzi sembra di assistere ad un semplice esercizio di stile, che in certi momenti mi fa rimpiangere gli 'esercizi di stile' che i puppies facevano ai tempi di "Cleanse Fold And Manipulate" o "Too Dark Park", per dirne due. Anche "Brownstone" si lascia ascoltare senza sussulti, prima che arrivi una parte finale del dischetto assolutamente interessante: "Vyrisus" è ottima, forse uno dei brani più vicini ai vecchi Skinny Puppy, mentre devo ammettere di adorare letteralmente "Village", così dannatamente trendy e mansoniana da poter essere tranquillamente proposta in un party industrial rock che si rispetti.
Chiudono il cerchio le atmosfere ambientali di "Noisex", ennesima sfaccettatura di un disco vario, corposo, ricco di sfumature, tutte prerogative fondamentali per chi ama sperimentare a trecentosessanta gradi nella musica industriale.
Un ritorno su buoni livelli, diverso dall'ormai lontano ed irrecuperabile passato, ma assolutamente di spessore. Stiamo parlando di storia della musica, dopotutto.