COVENANT - SkyshaperTracklist:01. Ritual Noise
02. Pulse
03. Happy Man
04. Brave New World
05. The Men
06. Sweet & Salty
07. Greater Than the Sun
08. 20 Hz
09. Spindrift
10. The World Is Growing Loud
Uno dei nomi più apprezzati nel panorama EBM è senza dubbio quello dei COVENANT.
Nel corso della loro carriera dal 1994 ad oggi, ci hanno emozionato con autentiche gemme il cui bagliore non esita a svanire.
Era dunque spasmodica l'attesa per questa nuova fatica, la cui uscita è stata più volte posticipata, e che avrebbe dovuto in parte risollevare lo status del trio svedese dopo il precedente "Northern Lights", rivelatosi piuttosto sottotono rispetto alla media delle releases a cui la band ci ha abituato.
Ebbene, le novità in questo "Skyshaper" sono tante, e se si tralascia l'orrenda copertina, direi che ci troviamo di fronte al cosiddetto 'discone', il quale, oltre a rinfrescare l'immagine del trio, ne conferma l'innegabile talento.
La prima impressione che si avverte approcciandosi all'ascolto dell'album è legata a una certa reminiscenza di sonorità Kraftwerk-inspired ("Happy Man" ne è l'esempio più palese), finora inedite nel sound dei ragazzi in questione. E' altresì distinguibile una forte componente Electro, presente specialmente nella sezione ritmica, che ben si integra con le tipiche vocals di Eskil, le quali, invece, non si discostano più di tanto dallo stile a cui ogni fan si è affezionato, quindi va benissimo così.
Ma di che pasta è fatto il nuovo Covenant sound?
Trattasi di materia multicolore, eppur omogenea, che dà vita a un poliedro fluttuante attraverso orbite armoniche.
Spetta al vocoder del singolo "Ritual Noise" il compito di aprire le danze, e sin dai primi istanti si ha la percezione di trovarsi di fronte a qualcosa che i Covenant non avevano mai 'osato'. Impressione che viene confermata dalla successiva "Pulse", il cui ritmo tipicamente Electro, unito a un basso analogico iper-saturato e infarcito di bleeps qua e là, fa intuire che le coordinate attraverso le quali si svilupperà il viaggio, si orientano in molteplici direzioni.
Le sorprese continuano con "Happy Man", dal sapore fortemente retrò, nonchè uno degli episodi più azzardati dell'album, anche se forse non convince al 100%.
I suoni analogici sembrano costituire la caratteristica principale di questo lavoro, come dimostra anche "Brave New World", il cui ritornello evoca una nostalgia di certi anni '80... Stesso mood trasmette "The Man", seppur in maniera più 'sporca', la sua semplicità ne fà decisamente uno dei brani più accattivanti di questo dischetto.
"Sweet and Salty" risulta invece troppo meccanica e ripetitiva, durante i sei minuti su cui si sviluppa il brano, si avverte talvolta un senso di noia, a causa di una bassline mono-tonale e di una struttura un po' troppo minimale.
Il ritmo torna a salire con "Greater Than The Sun", atmosfere pacate e una vaga matrice rock conferiscono al brano un tono interessante e avvolgente.
"20 Hz" irrompe col suo tempo terzinato e si mostra potenzialmente adatta a divenire il prossimo singolo estratto dall'album, anche se pare di scorgere qualche imprecisione nel mixing tra batteria e parte arpeggiata.
Ci si avvicina alla fine con "Spindrift", annunciata da una voce femminile in stile orientale, poi seguita da un cupo incedere di frequenze elettroniche, che sembrano però non arrivare mai a una conclusione; forse sette minuti sono un po' troppi, per un brano del genere.
"The World is Growing Loud" è una ballad dal sapore malinconico che saluta l'ascoltatore rimandandolo a un immediato riascolto dell'album, tutto sommato un lavoro ben oltre la media delle attuali release in campo EBM, e sicuramente all'altezza del nome che rappresenta.
www.covenant.se
Edited by MentalSiege - 6/1/2006, 19:01