drexciya |
|
| | Alla fine m'è piaciuto meno di quanto pensassi, rilegggo ora quel che scrive Psychosis e mi ritrovo, forse che a me cnerte influenze coinvolgono meno. Gusti diversi ma abbiamo centrato il medesimo obiettivo, come dalle note che seguono, buttate di getto ascoltando ogni singola traccia.
- Still island: conduce pericolosamente i primi pensieri verso territori progressivi, i medesimi dove FSOL e Orbital han perso la parte migliore di sé. - Road to nowhere: parte come un Tobin in versione downtempo e ci rimarrà fino alla fine. - Nosferatu: rappa oscuro, è una traccia buia che si attacca al collo, dove alla catena d’oro sostituisce un cappio. - The Beginning: le pastoie progressive non arenano Krush in una palude, salvato da un basso che vi rotola dentro e lo proietta con una …. - Transition: di archi verso.. - Stormy cloud: un piano bar, vagamente noir, due numeri civici più in là della sede Ninja. - Univearth: è sempre più vicino a quelle visioni etniche di FSOL ma di un tribale cotto a puntino. - Decks – Athron: prova a spezzare le ritmiche e le graffia di continuo. - Kill switch: sospende il rap su buone atmosfere. - Pretense: pare un intermezzo ritmico. - Slit of cloud: canto Almamegretta mediorientale, sax impazzito. - Passage: passa e conduce verso… - Beyond raging waves: ..verso oriente, confermando che il suo viaggio visita luoghi e continenti vari ma sempre ben lontani dalla nostra tradizione. - Distant voices: se ama questi suoni aperti, vagamente new age e che sbrodolano un po’, si troverà sicuramente a suo agio con un Korg M1. - Song 2: chiude con la tranquillità di chi torna a casa, dopo un bourbon e un poker senza vincitori né vinti, in un quartiere multietnico però non piove… ecco, manca questa atmosfera che l’avrebbe reso un po’ più Blade Runner.
7 se si vuole ampliare l’ascolto al di fuori dell’Occidente, 6 e 1\2 per tutti gli altri. |
|
| |